Ecco.
Mi sono sistemato.
Una bella sedia un bel mouse un bel piccì. Popio popio sistemato bene.
Ma forse non è questo che intendevano.
Però, insomma, passi una vita con il sud alle calcagna che non ti molla. E quando incontro qualcuno di giù il busillibus salta sempre fuori.
"Ti sei sistemato?"
Ecco. No, perché io avrei due-tre domande in proposito.
Tipo: qual è il momento in cui puoi definirti sistemato? Dopo un contratto a tempo indeterminato? Una casa? Un automobile? Un cane? Il Nintendo Wii?
Io ho una casa. In affitto.
Ho degli amici. Nessuno è di questa città, molti se ne vanno o se ne andranno con pochi saluti e molte speranze.
Il Nintendo Wii non ce l'ho.
Peccato.
Ho un lavoro. Precario.
Cazzo sono precario.
Uno studia studia studia e poi ti chiedono:
"Per chi lavori?"
"In proprio"
"E quand'è che ti sistemi?"
Ecco appunto. Rimango stupito quando mi accorgo che l'imprenditore è il primo precario in assoluto.
Poi penso al passato, a una vita fatta di momenti precari e mai assoluti.
Gli amori precari.
Le uscite part-time.
Le chiacchierate "call centered".
Le partite di calcio precarie, precarissime: dieci minuti di pausa obbligatori ogni volta che scattava l'allarme di una macchina casualmente presa a pallonate.
Penso al passato, e non mi viene in mente niente, nessuna, nessunissima cosa che sia durata per un periodo sufficientemente lungo da potersi chiamare "un bel po'".
Sarà dovuta a questa la mia faccia interrogativa quando mi chiedono: "Ma ti sei sistemato"?
venerdì 29 febbraio 2008
domenica 17 febbraio 2008
La storia senza senso - 2
Dopo lo spettacolo al Bidone mi sono rimasti tanti pezzi tagliati o scartati. Questo è uno di quelli lì:
"Non erano queste le frasi che volevo scrivere, erano altre; solo che nel frattempo avranno cambiato forma, o colore. Lo so che è una cosa strana, e ho solo la mia parola contro la vostra.
Non ricordo più quale fosse la frase che volevo scrivere, ma sono sicuro che fosse solo mia, e di nessun altro.
Era una frase che indicava qualcosa, ecco poniamo il fatto che indicasse l’America; poniamo questo caso assurdo; l’America dentro la mia frase. E io ce l’avevo in mano, i suoi sogni dentro i miei sogni, ma poi sarà successo qualcosa, forse l’America non è sempre l’America, forse una frase può essere molto di più o molto di meno dell’America, e così l’ho dimenticata.
Allora finisco per scrivere una storia che non ha più senso.
E voi sarete gli unici testimoni che quella cosa io l’ho persa, e scriverò ancora, e ancora, almeno finché non l’avrò trovata, almeno finché non mi convincerò di averla trovata, almeno finché non dimenticherò che la stavo cercando."
"Non erano queste le frasi che volevo scrivere, erano altre; solo che nel frattempo avranno cambiato forma, o colore. Lo so che è una cosa strana, e ho solo la mia parola contro la vostra.
Non ricordo più quale fosse la frase che volevo scrivere, ma sono sicuro che fosse solo mia, e di nessun altro.
Era una frase che indicava qualcosa, ecco poniamo il fatto che indicasse l’America; poniamo questo caso assurdo; l’America dentro la mia frase. E io ce l’avevo in mano, i suoi sogni dentro i miei sogni, ma poi sarà successo qualcosa, forse l’America non è sempre l’America, forse una frase può essere molto di più o molto di meno dell’America, e così l’ho dimenticata.
Allora finisco per scrivere una storia che non ha più senso.
E voi sarete gli unici testimoni che quella cosa io l’ho persa, e scriverò ancora, e ancora, almeno finché non l’avrò trovata, almeno finché non mi convincerò di averla trovata, almeno finché non dimenticherò che la stavo cercando."
martedì 12 febbraio 2008
sabato 2 febbraio 2008
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