domenica 23 novembre 2008

Zappa tour

Ecco finalmente l'inizio dello spettacolo "Zappa tour"!

E un pezzo del primo racconto a proposito di Facebook:

sabato 8 novembre 2008

18 novembre al Tuma's book

A tutti quelli che se lo stanno chiedendo, ma soprattutto a chi non gli mai è passato per la testa, ebbene sì! Il 18 novembre al Tuma's book, alle 10,00 (Roma, Via dei Sabelli, 17) farò un reading con Francesco Picciotti.
Leggeremo alcuni nostri racconti e prenderemo un po' di spunti dallo spettacolo precedente.
Siete tutti invitati!

mercoledì 5 novembre 2008

Nascita, morte e miracolo in 48 ore: terza e ultima parte


Poi succede il miracolo.
Talmente impegnato a districarti in questa sottile gioco tra libertà altrui e quella tua.
Finché non ti ritrovi in spiaggia. Non si sa cosa ti ha spinto ad andare lì. Da solo.
Il sole rimbalza sulle onde del mare fino ad arrivare ai tuoi occhi. Sei immerso in una realtà rarefatta.
La sensazione della sabbia che ti accarezza i piedi quasi da sola basta per farti arrendere, per farti cedere, per farti piangere.
È come se capissi solo adesso che hai dei piedi, che stai camminando, che strisci sulla sabbia. Sembra la prima volta che fai questo. Forse lo è.
La consapevolezza di avere dei piedi, che non avevi mai sentito così.
La consapevolezza di avere gli occhi, non avevi mai guardato così.
Miracolo.
Ah, quanto è viva e quanto è morta, la mia cara Città Vecchia.

domenica 2 novembre 2008

Scendiamo tutti in piazza! O no?



Il 25 Ottobre i giovani hanno deciso di scendere in piazza per protestare.
Allora cosa ha fatto il PD? Un bell'appello da far firmare ai giovani italiani che non ne possono più di questo governo. Diciamo tutti in coro: abbasso questo, abbasso quello, abbasso tutto! Sì! Però però però, aspetta un attimo, nell'appello che gira online su questo sito http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=62079 c'è nientepopodimeno che la mia firma tra quelli che hanno sottoscritto l'appello.
Peccato che io non abbia firmato alcun appello.
Non so nemmeno per cosa avrei dovuto firmare!
Mai firmato, mai iscritto al PD, mai interessato a questa protesta che resterà velleitaria così come tutte quelle da 26 anni a questa parte (prima almeno non posso averne memoria).
Eppure eppure eppure, quel Luca Panzarella tra parentesi scrittore (che dovrebbe essere la mia professione... molto romantici quelli del PD) potrebbe essere un mio omonimo.
Peccato che conosco le due persone precedenti alla mia firma, e neanche loro ne sanno niente di tutta questa storia.
Mmm...
Non mi stupisce che qualcuno sia arrivato al mio nome, lo abbia schiaffato lì senza pensare che ne sarei potuto venire a conoscenza.
Mi stupisce che ci sia ancora qualcuno che, incolonnando nomi e cognomi di gente sconosciuta su una bella tabella di word, pensi davvero di poter cambiare il mondo.

mercoledì 22 ottobre 2008

Nascita, morte e miracolo in 48 ore: seconda parte

Poi succede che ti accorgi. Libertà e morte della libertà.
Ti salta all'occhio come tutti vogliano, pretendano e ottengano il diritto alla propria libertà. Illimitata. Libertà libera. Come i bambini.
Il diritto alla precedenza, a chiederti dei soldi per un parcheggio, a saltare la fila, a posteggiare ostruendo il passaggio agli altri, a farsi raccomandare, a lavorare il meno possibile.
Sono tutti liberi e ognuno ci si rispecchia in questa formula in maniera esclusiva: gli altri non sono nessuno per godere della stessa libertà, mentre io sono tutti; tutti e nessuno nella stessa persona, nella stessa testa, che è libera secondo nessuno, secondo tutti, secondo lui; secondo chi non si sa e non si saprà mai, ma forse non vale nemmeno la pena di scoprirlo.

giovedì 9 ottobre 2008

Nascita, morte e miracolo in 48 ore: prima parte

Scendi dall'aereo e sei tornato nella Vecchia città.
I rumori arrivano all'orecchio ovattati, protetti da un invisibile strato di cotone. Ti sembra di tornare dentro il pancione della mamma, anche se non puoi esserne proprio sicuro.
Tutte le cose viventi e non viventi sembra che conoscano bene questo senso di "ovattamento", quindi non ti stupisci se le persone, anziché camminare, poggiano delicatamente i piedi per terra, senza una direzione precisa, con l'unico obiettivo di poggiare un piede davanti all'altro, uno dopo l'altro; insomma è così che si cammina, qualcuno gli avrà detto.
Anche il sole ti arriva con calma, riesci a vedere il percorso dei suoi raggi fino a colpirti in pieno volto, non è una luce facile da gestire per te che non sei più abituato, forse è così che ci si sente quando si nasce.
Ti senti dentro un film dalla pellicola invecchiata, in un passato che hai letto su un libro di storia. Cammini, e nemmeno tu hai una direzione precisa, cammini perché pensi sia bello camminare in posto così, un piede davanti all'altro, uno dopo l'altro; "eccomi nel film" pensi, "che bello" - pensi - "questa è la vita".

Interessante sito di start-up americane

C'è un sito molto carino che devo a tutti i costi segnalarvi. Il link è questo http://www.startuply.com/ e ci trovate tutti gli annunci di lavoro delle start-up che nascono in giro per il mondo. Se siete uno dei migliaia di comunicatori in giro e volete farvi assumere da un'azienda americana, non c'è che da provarci.

venerdì 12 settembre 2008

Tornante dalle vacanze


Arieccomi.
Alcune non importanti novità che devo assolutamente segnalare: 1) sono stato in Svizzera, un posto che è come te lo aspetti: prati infiniti, giochini per i bambini per ogni casa, gente ordinata, precisa.
Le macchine che si fermano alle strisce; so che si tratta di una banalità, eppure è stata la prima volta che me ne sono reso conto. Ogni volta che dovevo attraversare mi avvicinavo alle striscie con aria indifferente, fischiettando e guardando le case.
Poi, quando con la coda dell'occhio vedevo che non c'era nessuno, passavo in tutta fretta.
Cosa volete che dica: mi dava proprio fastidio pensare che una macchina in corsa dovesse fermarsi a causa mia.
Non ne valeva la pena, insomma.
La seconda cosa ancora più inutile della prima, è che sto preparando un nuovo portale.
Ho scoperto che fare portali web mi piace. è tipo videogiocare.
Il portale sarà un grande contenitore di eventi artistici in tutta Italia. A metà tra myspace e 2night.
Insomma, mica robetta.

martedì 5 agosto 2008

Il Sultano accaldato


Eccolo, eccolo, è arrivato.
Il Sultano meno famoso dell'universo è sbarcato a Palermo, e poco conta se un minuto prima nessuno conoscesse la sua esistenza.
Adesso è diventato per tutti la nuova Santa Rosalia, il nuovo messia. Ha già donato 5 milioni di euro alla città di Bari, dato mancie da 500 euro a destra e a manca.
Quale migliore occasione per i palermitani di cambiare la propria vita? Così oggi tutti i commercianti lustrano un po' di più la loro entrata sperando che il sultanto entri con i suoi scagnozzi che si porta sempre dietro, comprando ed elargendo, il tutto senza nemmeno sentirsi preso per il culo.
Il povero sultano non ha ben capito le persone che ha davanti, per i palermitani invece è un'altra buona occasione per racimolare qualche soldo e progettare serenamente i prossimi cinque anni di fancazzismo.
Nel frattempo qualcos'altro succederà.

mercoledì 23 luglio 2008

Palermo Palermo

All'affermazione "Vengo da Palermo" chissà perché tutti sentono il dovere di dire qualcosa.
Fino ad oggi ho collezionato le seguenti risposte:

- 112 "Mio padre è siciliano"
- 84 "Mia madre è siciliana"
- 71 "Mio zio è siciliano"
- 50 "Ma Palermo Palermo?"
-35 "Miiiiiinchia"
- 32 "Melanzane al forno"
- 24 "Che il mare poi è splendido"
- 21 "Aaaaaaah"
- 19 "Uuuuuuuh"
- 8 "Cefalù"
- 2 "Aeroporto Falcone-Borsellino"
- 1 "Alliccalicca"
- 1 "La Favorita"
- 1 "Luca Toni"

Alla luce di queste risposte, ecco i punti oscuri che mi perseguitano:
1) Che ovunque vado c'è sempre la possibilità di scoprire qualche lontano parente
2) Che Palermo Palermo non esiste, mi sono documentato ma niente, esiste solo Palermo una volta sola. Non si capisce perché dovrei venire da Palermo Palermo, se dico Palermo.
Comunque sto imparando a dire fin da subito "Vengo da Palermo Palermo", la gente adesso mi pare più contenta.
3) Che c'entra Cefalù.
Se chiedo a uno "dove sei nato" e lui mi dice "Roma", non gli dico "Ariccia".
Ma soprattutto senza aggiungere altro.
Cefalù. Punto.
Ma che è? un gioco? devo dire un'altra città per continuare la conversazione? Boh.

venerdì 18 luglio 2008

Matrimonio alla siciliana

E così anche mia cugina si è sposata... io e mio fratello siamo gli unici dei "piccoli" del parentado a tenere duro (vai fratè!).
Tra mia zia che mi vorrebbe usciere, impiegato alle poste o al massimo "grafico comunale", la cena deliziosa a base di pesce, ce ne siamo tornati a casa con in testa le parole di un prete "ontologiamente" degno di Holliwood.
Vedere per credere.

lunedì 23 giugno 2008

Gugolmap mania



In città è scoppiata la gugolmap mania.
Tu vai in giro, ti dirigi fino al colosseo, ci sei proprio sotto, poi chiedi: "Scusi, per il Colosseo?".
Ti dicono: no.
Scuotono la testa, insofferenti.
A volte aggiungono un "sta lontanissimo".
Nel dirlo guardano verso l'infinito, e viene anche a te di guardare verso l'infinito, così guardate verso l'infinito entrambi, cioè oltre il colosseo, ma è l'infinito ciò che vedi, mica il colosseo.
Perché se non sai che stai cercando una cosa non la trovi neanche se è davanti a te.
Ma questo è un altro discorso.
Invece adesso spiego che c'entra la gugolmap mania.
La gugolmap mania c'entra, perché sono convinto che sia tutto un'idea di gugol, o google che dir si voglia, che ha pagato non so quanti dollari per romano purché se ne stia zitto davanti alle domande neanche tanto difficili degli ignari visitatori.
Perché qui l'unica soluzione per trovare un posto è quello di stampartelo, tatuartelo, rubare la cartina all'edicola; ma non chiedete mai, vi prego mai, nemmeno alla cassiera del Colosseo, altrimenti anche lei guarderà l'infinito, ed entrambi guarderete l'infinito, e immaginerete spazi lontani pieni di Colossei che saltellano con i mandolini in mano; sarà pure una scena poetica, però cazzo potevate dirmelo che al Colosseo ci sono praticamente arrivato.

giovedì 5 giugno 2008

In cerca di me


La sensazione che provo di fronte alla schermata di statistiche del mio sito è la stessa di quella che avevo a 19 anni e col primo cellulare mi sorprendevo alla ricezione di uno squillo.
Allora c'era forse meno abitudine ad essere intercettati dal mondo esterno e oscuro, quindi con più sorpresa andavo a vedere il nome o il numero di chi mi avesse cercato.
Certo, adesso sono cresciuto e posso sapere molte più cose di chi semplicemente ha digitato il mio nome e cognome sul web. E casomai la sorpresa è all'inverso: mi sorprende non riuscire a conoscere tutto del mio navigatore anonimo: altezza forma e peso, occupazioni hobby e lavoro, manie perversioni paranoie.
Così rimango insoddisfatto, metto la faccia da "andrà meglio la prossima volta", mi viene in mente a quando facevo lo squilletto di risposta, e sorrido.

mercoledì 28 maggio 2008

Il mio principe


Che già il nome ricorda quello della birra.
Prince.
A tutti quelli che potrebbe venire in mente di comprarne un altro uguale uguale vorrei dire due o tre cosette.
Dunque, il motorino va che è una meraviglia.
L'ho comprato circa un anno e mezzo fa e il primo anno devo dire che è andato benone; è il mezzo anno successivo che mi ha dato qualche grattacapo, ma niente di grave per carità:
- si è rifiutato di partire circa 50 volte;
- il cavalletto è volato via mentre stavo guidando;
- il baule posteriore sprofonda ogni giorno di più su sé stesso, sfidando ogni legge della fisica;
- le frecce rimangono fisse anziché lampeggiare;
- perde olio, l'ho portato dal meccanico, mi hanno sostituito il pezzo, perde olio ancora;
- le luci di posizione si accendono una volta su dieci;
- gli abbaglianti si accendono nove volte su dieci;
- causa sampietrini (che evidentemente in cina non esistono) la manopola si è spostata verso l'esterno;
- si è spento una volta senza che facessi nulla, mentre stavo guidando;
- ho dovuto cambiare una candela e per farlo ho dovuto smontare mezza carrozzeria;
- i freni fischiano, l'ho portato da un altro meccanico, mi ha sostituito il pezzo, i freni fischiano ancora (sarà colpa dei meccanici di Roma? Non mi sorprenderebbe);
- il paravento traballa, ho cercato di stringere le viti senza grandi risultati; adesso sto cercando di mantenere la terra ferma, pochi i progressi;
- uno dei due meccanici di cui sopra, aprendo il motorino mi ha detto: "ma qui ci sono dei tubi che non so a che servono, mentre altri che dovrebbero esserci non ci sono affatto" (continua a persistere il dubbio di cui sopra).
Insomma a parte questo, il mio prince cinese che sfreccia sulle strade romane con un conducente palermitano va che è una meraviglia.

lunedì 26 maggio 2008

Festa nella Città Vecchia


Serata chic nella Città Vecchia.
La città sa offrire scenari stupendi per pochi eletti. A 15 minuti da lì puoi trovarti in mezzo a case vecchie e sentire un accento più forte.
Ma qui no. Qui sei stato selezionato per entrare.
È ovvio che io non lo sono stato.
Ma un po' di fortuna e un po' di conoscenze bastano per avere accesso anche a luoghi inaccessibili.
Così entriamo e ci non-confondiamo in mezzo alla razza ariana del luogo.
Gli altri sono più abbronzati di me.
Sono più alti di me. Tutti.
Sono più scollati di me.
Hanno più muscoli di me, donne incluse.
Per fortuna hanno anche molti più anni di me, e questo si fa ancor più evidente quando all'una di notte sono rimasto solo.
Spariti.
Saranno tornati a casa dalla moglie vecchia e stanca.
Si saranno mezzi addormentati in macchina pensando al capo che li aspetta domani in ufficio.
Saranno scappati perché gli si è rotta un'unghia, o gli è scoppiato un labbro, un seno, uno zigomo.
I più fortunati saranno andati a scopare.
Così rimaniamo io e i miei amici, e da unici imboscati rimaniamo unici e basta.
Belle feste, nella Città Vecchia.
Ci sono liste e liste: liste della spesa e liste per entrare.
Stai sempre attento dove puoi andare a finire.

domenica 18 maggio 2008

7thfloor

Vi volevo segnalare questo sito http://www.7thfloor.it/ è un e-magazine davvero ben fatto che parla di... parla del futuro della comunicazione!!!
cià

giovedì 1 maggio 2008

Il senso di tutto ciò


A questo punto occorre dire qualcosa.
Abbiamo fatto due date, una il 23 e una il 29, una al Tuma's book e una all'Alpheus, come un vero e proprio tour.
Divertiti, ci siamo divertiti.
Abbiamo scritto uno spettacolo di ben 1 ora e 20 minuti, cercheremo di proporlo anche ad altri locali, anche attraverso il martelive.
Ringrazio tutti quelli che mi sono venuti a vedere, e ancor di più quelli che mi son venuti a vedere senza avere la minima idea di cosa stavano andando a vedere.
Ringrazio Elio e le storie tese per l'ultimo album che abbiamo elegantemente scroccato e ne abbiamo fatto un inno, ringraziamo Pinketts per il nome dello spettacolo, ma soprattutto a voi che mi leggete vi garantisco che metterò il video su youtube quanto prima (qualcosa tipo una settimana), quindi tornate a visitare queste pagine!
ciao!

lunedì 28 aprile 2008

Martedì nuovo appuntamento!

Martedì 29 aprile, all'alpheus dalle 22, per la prima del martelive. Io e Francesco Picciotti mettiamo in scena "Il senso della frase uno e mezzo (riassunto del)".

lunedì 14 aprile 2008

Allora deciso!

Fatto!
Mercoledì 23 Aprile 2008, ci vediamo al Tumas book per lo spettacolo "Il senso della frase 2.0".
Grazie infinite a chi verrà!

sabato 12 aprile 2008

Sì, sì, lo so

Sì, sì, lo so che non scrivo da tanto e uno che si fa un blog e poi non ci scrive è proprio un inconsciente.
Però però però è per una giusta causa: sto infatti preparando lo spettacolo "Il senso della frase 2.0", a metà tra un reading e una rappresentazione teatrale, a metà tra cabaret e filosofia.
Scritto da me e Francesco Picciotti, dovrà andare in scena a fine aprile (stiamo ancora decidendo tra due date) al tumas book.
Vi attendo numerosi!

domenica 9 marzo 2008

Prossimo spettacolo a fine marzo?

Pare che alla fine di questo mese (marzo) ci faranno rifare lo spettacolo "Il senso della frase"! Mentre mi metto subito al lavoro per correzioni e aggiunte vi farò sapere al più presto cosa come quando e perché/perché no.

venerdì 29 febbraio 2008

L'imprenditore è mobile

Ecco.
Mi sono sistemato.
Una bella sedia un bel mouse un bel piccì. Popio popio sistemato bene.
Ma forse non è questo che intendevano.
Però, insomma, passi una vita con il sud alle calcagna che non ti molla. E quando incontro qualcuno di giù il busillibus salta sempre fuori.
"Ti sei sistemato?"
Ecco. No, perché io avrei due-tre domande in proposito.
Tipo: q
ual è il momento in cui puoi definirti sistemato? Dopo un contratto a tempo indeterminato? Una casa? Un automobile? Un cane? Il Nintendo Wii?
Io ho una casa. In affitto.
Ho degli amici. Nessuno è di questa città, molti se ne vanno o se ne andranno con pochi saluti e molte speranze.
Il Nintendo Wii non ce l'ho.
Peccato.
Ho un lavoro. Precario.
Cazzo sono precario.
Uno studia studia studia e poi ti chiedono:
"Per chi lavori?"
"In proprio"
"E quand'è che ti sistemi?"
Ecco appunto. Rimango stupito quando mi accorgo che l'imprenditore è il primo precario in assoluto.
Poi penso al passato, a una vita fatta di momenti precari e mai assoluti.
Gli amori precari.
Le uscite part-time.
Le chiacchierate "call centered".
Le partite di calcio precarie, precarissime: dieci minuti di pausa obbligatori ogni volta che scattava l'allarme di una macchina casualmente presa a pallonate.
Penso al passato, e non mi viene in mente niente, nessuna, nessunissima cosa che sia durata per un periodo sufficientemente lungo da potersi chiamare "un bel po'".
Sarà dovuta a questa la mia faccia interrogativa quando mi chiedono: "Ma ti sei sistemato"?

domenica 17 febbraio 2008

La storia senza senso - 2

Dopo lo spettacolo al Bidone mi sono rimasti tanti pezzi tagliati o scartati. Questo è uno di quelli lì:

"Non erano queste le frasi che volevo scrivere, erano altre; solo che nel frattempo avranno cambiato forma, o colore. Lo so che è una cosa strana, e ho solo la mia parola contro la vostra.
Non ricordo più quale fosse la frase che volevo scrivere, ma sono sicuro che fosse solo mia, e di nessun altro.
Era una frase che indicava qualcosa, ecco poniamo il fatto che indicasse l’America; poniamo questo caso assurdo; l’America dentro la mia frase. E io ce l’avevo in mano, i suoi sogni dentro i miei sogni, ma poi sarà successo qualcosa, forse l’America non è sempre l’America, forse una frase può essere molto di più o molto di meno dell’America, e così l’ho dimenticata.
Allora finisco per scrivere una storia che non ha più senso.
E voi sarete gli unici testimoni che quella cosa io l’ho persa, e scriverò ancora, e ancora, almeno finché non l’avrò trovata, almeno finché non mi convincerò di averla trovata, almeno finché non dimenticherò che la stavo cercando."

martedì 12 febbraio 2008

Sicula-mente


Ecco, quando lo dico io non mi credete, che l'Italia è un'altra cosa.

sabato 2 febbraio 2008

sabato 26 gennaio 2008

La storia senza senso

Tra meno di una settimana il video girato al bidone.
Intanto per quelli che non c'erano, ecco un breve estratto della serata.

"Questa storia non ha senso.

Senti Francesco io questo spettacolo non lo volevo fare. È inutile che mi dici sempre che devo solo correggere due o tre minchiatelle qua e là e poi è perfetto, perché non è vero.
Tanto la gente prima o poi scoprirà che i racconti ce li scrive il Papa, capisco che non lo fanno parlare alla Sapienza, ma almeno al Bidone.

E tanto il Papa prima o poi scoprirà che gli cambiamo tutti i testi di nascosto.

Francesco, ho la brutta sensazione che tra il pubblico si possa nascondere qualche spia. Adesso non ti girare subito, però quello in seconda fila sulla destra potrebbe essere un cardinale che mi sembra di aver già visto.

Francesco, mentre ti scrivo queste righe sto cucinando la pasta tonno wurstel e panna che tanto ti piace, che lo sappiamo che ci tieni a rimanere leggero prima dello spettacolo. Ebbene, sappi che questa volta, (F. faccia sorpresa) al posto del wurstel, Francesco, ho messo il cavolfiore che avevi comprato (F. si mette le mani in faccia). Questo per farti capire a che livello sono arrivato.

Francesco…

Francesco…

Francesco!!!

F. Eh! Che c’è!

L. ma come cazzo lo finisco sto racconto……………………!"

venerdì 18 gennaio 2008

Né Fonzie né Fonzies


Devo scrivere scrivere scrivere.
Giovedì prossimo c’è la serata al Bidone, ho detto yeah a CiccioBrutto, tutto sfavillante manco una rockstar, ma in fin dei conti non sono Fonzie né Fonzies, non sono un idolo americano, non ho il chiodo e ho un crampo alle dita se alzo i pollici.
Cerco cerco cerco, non c’è mattina in cui mi sveglio e penso che avrei potuto scrivere, che scemo penso, allora mi metto al computer, apro word e mi dico che potrei navigare un po’, allora navigo navigo navigo e finisco per dimenticare che avrei dovuto scrivere, così vado di là, prendo le Fonzies e cerco di sollevare con forza i pollici.
Non ci riesco, sorrido e mi lecco le dita, godo solo a metà però, mi metto a teorizzare: un dito non godi tanto, due dita così così, cinque dita già cominciamo a ragionare.
Torno su internet, i tasti impiastricciati di formaggio, un tasto non godi tanto, ma nemmeno cinque, vado su Ebay e per la quinta volta sto per comprare un accessorio per il pc che vorrei, faccio tutto il percorso per l’acquisto, poi alla fine quando manca un tasto per completare l’operazione ci ripenso e chiudo tutto.
E mi stupisce che nessuno saprà mai che per cinque volte sono stato a un passo dal contattare il mio non-venditore di Ebay, mi stupisce quante volte ho sbagliato proprio alla fine di una sequenza e sono tornato indietro e non ho più preso quella strada.
Mi stupisce la voglia di assaggiare un mondo inesplorato ma la continua necessità di stare a guardare dalla posizione originaria, e di osservare così, in punta di piedi, e poi tornare indietro come se ciò che ho visto fosse già bastato, soddisfatto per non aver perso l’equilibrio, per essere tornato in un mondo dove tutto mi è più familiare.
Forse tornerò di nuovo, mio caro non-venditore di Ebay, stai in guardia e aspettami a qualunque ora del giorno, tanto io torno, io torno sempre ad affacciarmi, a osservare che le cose siano ancora lì come li avevo lasciate, e a stupirmi quando un oggetto è stato acquistato da Gennaro di Napoli; bravo Gennaro, hai comprato anche tu un pacchetto di Fonzies su Ebay giusto per provare l’ebbrezza di sporgerti un po’ dal tuo mondo e fare una cosa su cui non hai pieno controllo.
Adesso alza i pollici, caro Gennaro, e dì yeah cinque volte, che una non godi tanto, ma cinque ti dà la spinta necessaria per entrare nel locale e cominciare il tuo show.
Vi aspetto giovedì, 24 gennaio al Bidone, Vicolo della Scala 11, Roma.

martedì 8 gennaio 2008

Super Mario Bros è sottopagato


Te lo vedi spuntare da lontano, tutto saltellante, coi baffi che non allungano mai.
Con la salopettina blu su maglia rossa. Maglia della salute o maglia di lana? Non importa. Ciò che è importante è che laddove c’è Mario Bros c’è una fanciulla da salvare. E quindi laddove c’è una fanciulla da salvare c’è un idraulico.
Un idraulico?
Ma perché Mario Bros fa l’idraulico?
Voglio dire, qual è il motivo che spinge un idraulico a combattere con funghetti e tartarughe e lumache e porcospini? Che lo spinge a saltare su tubi enormi, a rompere mattoni, a schiacciare animali, a cadere in buchi senza fine, a saltare su palle di cannoni, a raccogliere spiccioli d’oro per terra, a diventare grande, piccolo, grande, piccolo… ma che vita di merda fa Super Mario Bros?
Cos’è, sottopagato? E allora perché non fa uno sciopero in piazza come tutti?
Ci vuole poco. Ci vuole poco per arrabbiarsi ragionando sulla vita che fa Super Mario Bros.
Per esempio, quando la principessa Sissi è stata rapita, perché nessuno ha chiamato la polizia? Perché tutti gli abitanti di Marioland sono andati da un idraulico? Io non ci dormo la notte su questo pensiero.
E Mario Bros, quando ha ricevuto la notizia, perché non ha detto “Sti cazzi, ditelo a Luigi?” Invece no. Non si è nemmeno tolto la divisa. Ha indossato il berretto, è andato nell’altra stanza, ha detto “Luigi, ci vediamo al 7° livello, adesso devo andare a salvare la principessa Sissi”, così, come se fosse una cosa normale che un idraulico, a fine giornata, vada a salvare una principessa.
Cosa spinge un uomo a un gesto così estremo.
È forse paura? Coraggio? La Nintendo l’ha incastrato? No.
Finalmente ho capito qual è il segreto di Super Mario Bros.
L’amore.
Ma sì, Mario Bros è un uomo con tanti difetti, lui non si cambia mai e puzza di sudore, però crede nell’amore, e per amore è disposto ad affrontare i più ostici degli animali. Lui li schiaccia, prende i gusci di tartaruga e li tira lontanissimo con una forza che è tipica degli idraulici! Per amore vaga per i campi e raccoglie un fiore e con quel fiore… spara. Per amore.
E poi ancora, cammina e trova una stella! E non appena la prende gli comincia in testa una musica che lui non sa bene da dove viene, ma corre con gli occhi accecati di amore, non vede i nemici, non vede i mattoni, non vede un tubo; ciò che è chiaro è che la quella musica è un grido di aiuto della principessa Sissi! E allora Mario corre, corre e suda, sembra un impasticcato e certo non possiamo garantire sulle sostanze che contiene quella stella, però cazzo se funziona!
E in mezzo a questa corsa forsennata Super Mario Bros trova una coda da furetto e vola.
Perché l’amore è così. Un idraulico che vola.
A Mario lo aspetta un viaggio fatto di 10 – 12 livelli, ma alla fine, come sempre, compie la sua missione. E allora il gioco finisce, salva la principessa Sissi, si abbracciano, si baciano, fanno tutto quello che devono fare facendo attenzione a non avere figli; dopodiché Mario torna a casa, così, senza voler niente in cambio, perché lui ama senza avere la pretesa di cambiare lei; e se lei è ancora indecisa perché non vuole ufficializzare la cosa, che faccia pure. Mario non chiede niente. Lui è semplicemente innamorato. Punto.
Ecco. Io adesso forse non ce l’ho più con lui. Dopo tutto questo ragionamento, anzi, devo dire di esserne un po’ invidioso. Sì: mi piacerebbe essere Super Mario Bros.
Bello, semplice, preciso.
Senza problemi di vestiti da mettersi.
Sicuro sul da farsi: il fiore e spari. La coda e voli. Il fungo e cresci. La stella e corri.
Tutto perfetto.
Io invece non lo so a che livello sono arrivato. Potrei anche essere al primo, o al secondo, ma non ho nessuno che me lo dica. E invece scopro di non essermi mai messo in gioco come ha fatto lui.
Però oggi è diverso. Sì, da oggi cercherò di essere come lui. Anzi, mi basta stare un po’ più attento per scoprire che già sto cominciando a pensare come lui. In fondo la mia principessa Sissi, la tuta da lavoro, i nemici, i problemi coi soldi… sto diventando come lui, di più, io sono lui.
Sì, io sono Super Mario Bros, e anche io ho una missione da compiere, quale che sia questo ancora non lo so, ma di certo questo è un nuovo livello che ho appena completato.

domenica 6 gennaio 2008

Tanto basta


Strano, uno parte, dovrebbe trovare nuove cose, nuove persone, nuovi odori, non è così invece, non sempre, non spesso. Trovi persone che avresti potuto trovare anche lì da dove sei venuto, la stessa forma degli occhi, la stessa calma, lo stesso tono di voce; come se ci fosse un limite alla riproducibilità umana, come se in fin dei conti fosse davvero difficile essere così diversi, unici addirittura; siamo invece tutti uguali, viviamo sulla terra, tanto basta.

Chi non ha paura della vita


E se per caso, un uomo - non certo io - diciamo l'uomo della strada, pensasse a tutte le possibili intersecazioni del proprio destino e quello altrui; se per caso quest'uomo - non io, sia chiaro – si accorgesse quanto sia sarcastica la vita, prima ancora che lui; quante e in quali occasioni avrebbe potuto modificare il proprio destino anche solo lievemente, o piuttosto in modo irreparabile, se solo avesse voluto, o potuto; quante le azioni sbagliate, o che gli erano parse tali, per poi rivelarsi esatte, perfette; se riflettesse alle scelte che lo hanno portato ad essere quello che è ora, e soprattutto qui; a ciò che è stato, a quello che diventerà; a quello che non è, e a quello che lui, volontariamente o inconsapevolmente, ha scelto di non essere; ebbene se quest’uomo – così lontano e distinto dalla mia persona – potesse resistere alla profonda paura che questo pensiero infonde, allora certo sarebbe al mio fianco, e forse anche al mio stesso posto, qui e ora, a faccia in su verso il cielo, con quel sorriso che è proprio di chi non ha paura della vita.

Oltre la strada


Oltre la strada c'è soltanto altra strada.

Disponibile


Disponibile chi? Anch'io sono disponibile, non lo vado certo a scrivere su un cartellone.
Ma forse no.
Forse è il cartellone ad essere disponibile.
Proprio.
Di sua spontanea volontà.
Che ne so cosa si sarà messo in testa. Magari un giorno, d'un tratto, ha deciso. Certe cose mica le vengono a dire a proprio a me. Magari avrà pensato: da oggi mi metto all'asta. Sono disponibile, questo è il mio numero. Proprio così. Vedi se tu chiami quel numero? Lui ti risponde. Mica stiamo parlando di un maleducato qualsiasi.
Magari magari è in cerca d'amore. Chi lo può dire.
Tipo che lui non è più disponibile per nessun'altra pubblicità: da adesso in poi solo miss cartellone.
Fico.
E che non gliene vogliano gli attacchini: lui si è piantato lì in segno di protesta finché non la smetteranno di coprirlo sempre di pubblicità.
Quindi questa notte, se avete buon cuore, lasciatelo libero. Giusto un giorno di speranza, vi prego, almeno uno.

sabato 5 gennaio 2008

Unò-duè


Continuo a fissarmi allo specchio, facendo finta di guardare un altro.
Mi giro. Cerco di sbirciare.
Chissà cosa vedono gli altri di me. A parte il buono a nulla, dico: chissà se vedono dell’altro. Qualcosa di buono, ecco.

Mi sembra di non trovare mai niente di ciò che cerco.

Sono disordinato, ecco cosa sono: mi perdo in continuazione.
Mi dimentico, a volte; sopravvivo per un pò, faccio le solite cose, esco, fischietto, finché non mi dico: eccoti qua, ora capisco perché non c'eri. Così mi ritrovo, proprio quando meno me lo aspetto, magari me ne sto lì, in salotto, mi giro,
tac.
Ritrovato me stesso.
Sembrava una sciocchezza, mai stato così difficile.